venerdì 18 novembre 2016

Repost: Fermare il tempo e godersi la vita

Nella teoria della relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo.
(Stephen Hawking)


Vi voglio riportare un articolo che mi ha incuriosito molto e fatto ragionare dal titolo "Fermare il tempo e godersi la vita" scritto da Daniel Bulla, allenatore professionista specializzato in Leadership & Behavioral Economics incrociata casualmente su LinkedIn.

Qui di seguito il testo:

Non so tu, ma io non riesco davvero a fare tutto. Le giornate sono sempre troppo brevi rispetto alla mia lunga to-do list, quella sorta di bestia mitologica che, chissà come, si autoalimenta ogni giorno ingrandendosi a dismisura. Per qualcuno questo fenomeno rappresenta una faccenda positiva: il tempo passa velocemente, e subito arriva la sera. Ma per molte altre persone, e io sono tra queste, non sempre risulta piacevole accorgersi che il tempo è passato, la settimana è già finita e sei diventato un po' più vecchio.

"Sembra ieri che abbiamo incontrato Beppe, e invece sono già passati dieci giorni".

Settimane corte, fiato corto. Per quanto tiri sai, però, che la coperta è corta, dice Ligabue.

La consapevolezza del trascorrere continuo del tempo a qualcuno piace, ad altri no. Ai primi piace forse perchè non amano fondamentalmente quello che fanno (o meglio, che sono costretti a fare)? E perchè gli altri, quelli del secondo gruppo, sembrano così innamorati della loro vita al punto da non sopportare il trascorrere del tempo?

Panta rei.

Tutto scorre, dal greco πάντα ῥεῖ. Celebre affermazione attribuita ad Eraclito di Efeso (535 a.C. - 475 a.C.), il filosofo definito "l'oscuro" da Aristotele, per via del suo modo criptico di esporre idee e considerazioni. La realtà è mobile, cambia in continuazione, e gli uomini non possono sperimentare due volte lo stesso fenomeno. Panta rei, appunto, tutto scorre. Per spiegare questo passaggio Eraclito ricorre ad una metafora meravigliosa, talmente bella da attirare l'attenzione di Platone, che gli dedica alcune righe del suo Cratilo. Ebbene, Eraclito spiega il continuo trascorrere della realtà con la metafora del fiume:

Non si può discendere due volte nel medesimo fiume.

Siamo sottoposti ad una legge inesorabile, che ci impedisce di fare due esperienze identiche a causa dello scorrere del tempo, così come risulta impossibile toccare per due volte la medesima acqua del fiume.

Pensa che il concetto del divenire, inteso come cambiamento continuo, mutamento, è uno degli argomenti più dibattuti nella Filosofia. Da una parte ci sono i "dinamici", come Eraclito, e dall'altra gli "statici", come Parmenide di Elea, grande oppositore delle tesi dei "dinamici". Secondo Parmenide il divenire crea solo una grande confusione, meglio quindi adottare una posizione ferma, razionale e decisa:

Ciò che è...è.
Ciò che non è...non è.

Punto. Non ci sono vie di mezzo. O esisti o non esisti. Chi Diavolo ha inventato questa fandonia dell'essere umano che viene creato dal nulla e poi si trasforma in nulla, chiedono gli Eleati.

Fortunatamente Eraclito e Parmenide non frequentavano la stessa osteria, altrimenti sarebbero state legnate, soprattutto dopo una scodella di rosso.

Ma chi ha ragione, alla fine? Meglio l'Essere (Parmenide) o il Divenire (Eraclito)?

Il tempo non esiste.

Da Einstein a Carlo Rovelli, molti fisici sostengono che il tempo sia un'illusione, per quanto "tenace". Ma già il buon vecchio Aurelio Agostino d'Ippona, conosciuto semplicemente come S. Agostino, nel IV secolo dopo Cristo affermava:

Il tempo? Se non me lo chiedi so cos’è. Ma se me lo chiedi non lo so più

In effetti, se ci pensi, è piuttosto complicato dare una definizione semplice di "Tempo". Non lo vedi, non lo senti, non lo odori, non lo tocchi e non sai che sapore ha. I tuoi 5 sensi non riescono ad intercettarlo. C'è bisogno di un oggetto per catturare il Tempo attraverso i sensi:

Vista: vedi le lancette di un orologio
Udito: senti il ticchettio delle lancette, o il sonar delle campane
Olfatto: l'odore di un cibo avariato svela il trascorrere del tempo
Tatto: tastando la superficie del pomodoro senti che i tempi sono maturi, ora puoi raccoglierlo
Gusto: quando senti in bocca il tannino smussato di un Sagrantino imbottigliato 20 anni fa (e, commosso, ringrazi l'inventore della bottiglia, quello del tappo di sughero e soprattutto quello del cavatappi).
Ti sei accorto, immagino, che del Tempo possiamo captare solo il trascorrere, ovvero il manifestarsi del Presente rispetto ad un Passato.

Manca un pezzo.

Hai capito bene, manca il Futuro. Ma eccolo che, subdolamente, emerge sotto forma di to-do list, la lista delle cose che dovrò fare, alcune delle quali dovranno aspettare, perchè non c'è Tempo.

Il Futuro, dei tre, è il più subdolo, quello che alimenta maggiormente le nostre illusioni sul Tempo: siamo sicuri del nostro Passato e del nostro Presente. Il Futuro potrebbe non esserci, è incerto. Ma com'è allora che viviamo puntando tutto su una cosa che potrebbe non arrivare mai? Una vita basata sull'investimento incerto nel Futuro: bella roba.


Pensa un attimo a come usi la fotocamera del tuo cellulare: nella maggioranza dei casi, che tu sia in spiaggia, ad un concerto, di fronte ad una chiesa o sopra una torta con 40 candeline accese in tuo onore pronte per essere spente, senti il bisogno di immortalare il momento presente con una bella fotografia, che guarderai più avanti. Fotografi il Presente per fermarlo, e per rivedertelo con calma più tardi. E per poter fare questa super stronzata hai anche speso 800 euro da Mediaworld.

Fantastico.

"Passami un attimo il cellulare", urli mentre tutti attendono l'imponenza di un soffio degno di Poseidone per spegnere quelle maledette candeline. Ognuno con in mano i propri 800 euro, pronto a scattare la foto da un'angolatura differente.

Sei riuscito a fermare il tempo, ma alla fine lui si prenderà nuovamente gioco di te. Il Supremo Illusionista ti farà scordare di avere quelle decine di foto sul cellulare, che però scaricherai, per sicurezza, sul tuo PC (si sa mai) alla fine per non rivederle mai più.

Come si ferma il tempo?

Il tempo si ferma da solo, non ha bisogno di essere bloccato da un essere umano. Basta aprire gli occhi sulla sua manifestazione attuale, ovvero il Presente.

Per goderti la vita goditi una cosa del tuo presente ogni giorno. Devi solo imparare a sceglierla. Vuoi un consiglio?

Quando pensi ad una delle vacanze più belle probabilmente il tuo cervello ti spedisce una mail con una bella "foto" allegata: tu che ti fermi e guardi il panorama (qualsiasi esso sia). Sei lì, davanti al Golfo dei Poeti, mentre osservi la linea dell'orizzonte che si colora di tinte arancio e rosa. E sospiri. Ah che meraviglia: è indimenticabile, pensi con la faccia da babbeo.

Quella volta hai fermato il tempo: la fotografia l'ha fatta il tuo cervello, l'ha conservata per te e te la rispedisce quando la chiedi. Si, forse un po' sbiadita, ma va bene così. Sai come ci è riuscito il cervello? Grazie al tempo che tu gli hai dedicato. Quello che invece non fai quando scatti un milione di pics col telefono, per non perdere tempo.

Dedica tempo al tuo cervello e cambia la tua vita.

Puoi "fermare" il tempo ogni giorno: devi iniziare fermando te stesso e contemplando una cosa della tua vita come fosse il panorama di Capocaccia al tramonto. Bastano 3 minuti di orologio (...). Devi solo scegliere un oggetto e un momento in cui nessuno ti possa disturbare: ti fermi, osservi, contempli. Si chiama mindfulness.

Io tutte le sere guardo i miei bimbi mentre fanno la nanna, uno dei più bei panorami esistenti al mondo: mi metto lì e li osservo con calma, i loro visi, gli occhi chiusi, il respiro regolare, dando tempo al mio cervello di consolidare l'immagine. Mi servirà tra qualche anno, ne sono certo.

venerdì 11 novembre 2016

Trail running: qualcosa in più di una corsa

La meravigliosa ricchezza dell'esperienza umana perderebbe qualcosa della gratificante gioia che dà se non ci fossero limitazioni da superare. Il momento del raggiungimento della vetta sarebbe enormemente meno meraviglioso se non ci fossero vallate buie da attraversare.
Helen Keller, My Religion


Jesse Owens diceva una cosa che anch'io credo: "Ho sempre amato correre, è qualcosa che puoi fare da solo, unicamente grazie alla tua volontà. Puoi andare in qualsiasi direzione, correre lento o veloce, o contro vento se ne hai voglia, scoprire nuovi luoghi usando solo la forza dei tuoi piedi ed il coraggio dei tuoi polmoni".
Correre è un'esperienza...correre un trail running è qualcosa di più.

Obiettivo del prossimo anno nel mirino: marcia e maratona del montegrappa: 23 luglio 2017...32 o 42 km: ce la farò a spostare ancora un po' il mio attuale limite?