venerdì 16 dicembre 2016

Allenare le abilità mentali per realizzare le proprie potenzialità

Lavora ogni giorno sui tuoi pensieri piuttosto che concentrarti sui tuoi comportamenti. È il tuo pensiero che crea i tuoi sentimenti, e, alla fine, anche le tue azioni.  
Wayne W. Dyer 



Pallavolo e trail running, due mondi apparentemente inconciliabili: uno sport aerobico, di resistenza, contro una disciplina anaerobica e con movimenti di massima potenza racchiusi in pochi secondi. Eppure la pratica dell'una mi ha aiutato a sviluppare abilità per l'altra e viceversa.
Quando si pratica sport è importante allenare il proprio corpo, ma altrettanto indispensabile è avere una mente forte, lucida e piena di risorse per poter sopperire alle difficoltà che si possono presentare durante la gara. Un numero sempre maggiore di atleti, agonisti e non, rivolge la propria attenzione all’allenamento mentale per completare ed accompagnare i tradizionali metodi di allenamento fisico. Se nell’allenamento fisico si ripetono dei carichi di lavoro al fine di provocare cambiamenti strutturali e biochimici nella fibra muscolare, nell’allenamento mentale si ripetono stimoli di natura emotiva, cognitiva ed ideomotoria al fine di sviluppare le abilità mentali specifiche per aumentare il rendimento e ottimizzare la prestazione.
A tal proposito, riporto la definizione che Martens (1987) dà della preparazione mentale:

l’allenamento mentale  viene prima di tutto inteso come educazione, informazione da dare all’atleta riguardo alle sue abilità, a come queste agiscono ed influenzano la prestazione; successivamente come  la definizione di programmi strutturati al fine di potenziarle, ed infine, come allenamento ed applicazione nelle varie situazioni.

Ma quali sono le abilità mentali che un atleta deve sviluppare?


  • Controllo dei processi attentivi: equivale all’abilità di restare focalizzati sul “qui ed ora” e non distrarsi dall’obiettivo.
  • Controllo dello stato di attivazione (arousal): l’attivazione psico-fisiologica dell’organismo, ad un livello troppo basso (ipo attivazione) si traduce in poca energia, stanchezza, motivazione vacillante…insomma in un’atleta “scarico”,  mentre, al contrario un livello troppo alto equivale a uno stato di agitazione eccessiva, sudorazione, tensione muscolare che non agevolano la prestazione. 
  • Gestione dello stress e dell’ansia (pre-post gara), fattori che generalmente si innalzano quando l’atleta valuta di non avere le capacità adeguate per rispondere alle richieste del compito.
  • Controllo delle attività immaginative (imagery): attraverso lo sviluppo e l’allenamento di tali abilità, l’atleta può usare immagini mentali per anticipare, rivedere e correggere la propria prestazione. Attraverso il riviversi mentalmente lo sportivo può consolidare e perfezionare un determinato gesto tecnico, può abituarsi a tollerare momenti stressanti, a prepararsi a situazioni che potranno verificarsi in gara; le immagini mentali sono uno strumento molto potente ed efficace se usate nel modo corretto perché orientano la mente verso una direzione.

Questa abilità in particolare è fondamentale nell'esecuzione di un qualsiasi gesto tecnico nella pallavolo: “rivedere” il gesto prima di compierlo produce input positivi che spesso si manifestano in un'esecuzione tecnica se non corretta quanto meno efficace. Riportarla nel trail running, invece, è utile, per esempio, quando si è stanchi ma il traguardo è lontano: immaginare il gesto tecnico aiuta ad ottimizzarlo. Inutile sottolineare come un gesto ben eseguito produca un risparmio energetico oltre che una spinta migliore...due risultati non da poco per un corridore in difficoltà!

  • Formulazione degli obiettivi (goal setting): sapere dove vogliamo andare e individuare il risultato da raggiungere sono aspetti che consentono ad un atleta di sentirsi motivato a non mollare neanche di fronte alle difficoltà
Su questo vorrei fare una considerazione estemporanea. Il bravo allenatore sa dare obiettivi stimolanti ma raggiungibili al proprio atleta: una pessima taratura del risultato da raggiungere produce frustrazione e stress aggiuntivi e, conseguentemente, fa crollare le prestazioni.



  • Il controllo dei pensieri (self talk): ciascuno di noi comunica con il suo mondo interno, tra sé e sé attraverso pensieri, commenti, sentimenti, immagini, emozioni e auto-istruzioni; questo è ciò che definisce il dialogo interno. Per qualsiasi persona, ma a maggior ragione per un atleta, sono molto importanti il “cosa si dice” ed il “come se lo dice”; una buona gestione del proprio dialogo interno ed un controllo efficace dei propri pensieri può essere di grande aiuto per raggiungere i risultati desiderati.




Nel trail running, come in un qualsiasi sport di resistenza, un'adeguata padronanza delle abilità sopra elencate permette all’atleta di potenziare la capacità di gestione allo stress, capacità di affrontare la fatica ed il dolore, capacità di gestire l’ansia pre-gara e quella in gara.
Nella pallavolo il controllo mentale e la gestione dello stress migliorano l'esecuzione tecnica e potenziano le capacità attentive necessarie ad un ottimale sviluppo della tattica e del sistema di movimento/gioco di squadra.

L’allenamento delle abilità mentali non ha l’obiettivo di trasformare l’uomo in un campione perfetto, bensì, quello di analizzare i suoi bisogni, le sue aspettative, le sue motivazioni, aumentare la conoscenza di sè, la sua autostima per condurlo alla piena realizzazione delle proprie potenzialità in tutti i campi della vita, non solo in quello sportivo.


Il presente post fa riferimento all'articolo "le abilità mentali nel trail running" di Valeria Varello, Psicologa dello sport & Psicologa del lavoro e delle organizzazioni

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