giovedì 20 agosto 2015

Perchè un blog?

Gli americani non hanno ‘sto impiccio. Loro si dicono subito: ti amo. I love you. Se lo dicono per salutarsi, per farsi le coccole, per dichiararsi amore eterno. Altrimenti usano il mi piaci. Che almeno è leale. I like you. E visto che sono entusiasti lo dicono parecchio. Lo sussurrano all’orecchio della fidanzata e lo esclamano davanti a una fetta di cotechino. Noi invece sempre lì col misurino. Mi vuoi bene ma come? Come alla tua cocorita? Ma quanto? Dammi un’idea di dosaggio. S.q.? Secondo quantità come nelle ricette dei manuali? Adesso i codardi azzardano anche il: “Mi fai stare bene”. Alla Biagio Antonacci. Sai che sforzo. Mi fai stare bene lo puoi dire a chiunque. Persino al tuo medico shiatsu quando ti schiaccia i piedi e ti mette a posto la cervicale. E poi il mi fai stare bene la dice lunga su quanto sia sempre tu il punto di partenza, l’alfa e l’omega del tuo moto sentimentale, il baricentro e la convergenza dei tuoi sensi.
Luciana Littizzetto, Col Cavolo

Perché un blog? Perchè amo pensare, ragionare e, soprattutto, farlo nel modo migliore: avendo più punti di vista. Credo che l'unico modo per cercare di dare completezza ad un ragionamento sia analizzare le cose sotto ogni aspetto. Semplicemente questo è il motivo del mio blog: avere il vostro parere...un altro punto di vista, un confronto.
Amo leggere, scrivere e conoscere...e amo farlo nel mio piccolo angolo di paradiso, al caldo, accanto al camino, in compagnia di qualcosa di buono da bere...e magari insieme alle persone giuste!

il camino di casa 

Libri, storie e favole sono da sempre per me un ottimo trampolino di lancio per vagare con la mente ed è per questo che il mio blog sarà intriso della loro presenza ed ogni post inizierà con un testo “non mio”. Ovviamente i temi saranno vari e random visto che i ragionamenti partiranno da casuali situazioni di vita vissuta...da me!
Spero di divertire, accompagnare e trovare compagnia in questo mio viaggio da scribbacchino informatico e(perchè no?) far pensare!


A questo punto credo sia utile spiegare il perché di un nome così bislacco al blog!! Dopodiché con le presentazioni dovrei aver finito...promesso!!

Tutto è cominciato qualche anno fa, quando giocavo nella Sir Safety Perugia volley, squadra che attualmente milita nella serie A1 del campionato italiano di pallavolo. L'istrionico presidente di quella società era solito(e lo è ancora!) dare un soprannome, o nome da battaglia che dir si voglia, ad ogni componente della squadra e dello staff: belva, panzer, uncino, drago, lupo. kojac, ecc.ecc. Nomi aggressivi, per “spaventare” l'avversario, insomma, nomi da combattimento! 
Il mio era il “nano”....e vabbé, lo so che non incute timore! E immagino anche che non ci sia nulla di strano nel dare ad un giocatore di 176cm un soprannome del genere in uno sport praticato da atleti di altezza compresa tra i 190cm e i 220cm. Credo sia stato proprio questo il ragionamento fatto dal pres quando, l'anno precedente a quello che io avrei trascorso a Perugia, è venuto a vedere una partita di Roma, squadra in cui militavo. Vi racconto meglio i fatti.

esultanza durante una partita(a maglie inverse!) 

Era la finale di coppa Italia, giocavamo a Montecatini Terme, campo neutro, contro il Bologna. Alcuni nostri tifosi avevano colorato gli spalti con un mega cartellone nero e verde con su scritto:” forza Nano, Roma facci sognare”! Il presidente perugino, sugli spalti, guardando attentamente il nostro campo vede 6 giocatori in maglia verde più il libero(cioè il sottoscritto) in maglia nera: la media dell'altezza dei giocatori in maglia verde è circa 2m, con qualche picco più alto. Il giocatore in maglia nera, dal basso dei suoi 176 cm, scompare tra gli altri quando la squadra si abbraccia a centro campo per festeggiare un punto!!! Secondo voi a chi potrà mai esser dedicato quel cartellone?!?!?
Ve lo dico io: a un giocatore romano di 2m che dalla nascita ha quel particolare soprannome! A Roma capita spesso di dare soprannomi che scherzino sulle più evidenti “qualità” del soprannominato. Vi faccio il più classico dei classici tra gli esempi: “belli capelli” è il soprannome perfetto per un calvo! Fatto sta che l'attento presidente ha evidentemente registrato quel cartellone della finale di coppa e l'anno successivo, durante la cena di presentazione della squadra, ha spiegato davanti a un bel po' di gente che il motivo per cui io avevo quel nickname, un po' diverso da quello di tutti gli altri, era che le tifoserie mi conoscevano in quel modo e non sarebbe stato lui a cambiare un nome di battaglia così "famoso"!!!
fasi di gioco a Perugia


Credo di non avergli mai spiegato come stiano le cose in realtà e quel soprannome, quando torno a Perugia, è ancora dedicato a me!

Il mio soprannome vero, al di là delle varie abbreviazioni del cognome, è Caesar: un po' storpiatura del cognome, un po' riferimento al grande Caio Giulio Cesare! E' un personaggio decisamente più importante di me ma funziona da chiaro collegamento alla mia romanità per chi non mi conosce!!



Dal prossimo post si comincia sul serio...spero vi piaceranno le storie del nano Caesar!!



on instagram #lestoriedelnano
on twitter @Andrea_Cesarini

Nessun commento:

Posta un commento