lunedì 19 settembre 2016

La ricetta per essere vincenti

Non perdere mai di vista questa verità importante, che nessuno può essere veramente grande fino a che non ha acquistato una conoscenza di se stesso, una conoscenza che può essere acquisita soltanto dalla solitudine.
Johann Georg von Zimmermann



Johann Georg von Zimmermann...e chi è?? Confesso l'ignoranza e mi faccio aiutare dalla rete per saperlo: filosofo e fisico svizzero le cui teorie ebbero un grande impatto soprattutto in area tedesca.
La dissertazione potrebbe sembrare inutile e non tenterò di dimostrare il contrario. L'unica cosa sicura è che qualsiasi situazione può essere quella giusta per imparare. 
E' ovvio come sia molto semplice imparare nozioni: molto più complesso è imparare "la vita". Direi anzi, in maniera banale, che la vita si conosce solo dopo averla vissuta, solo dopo aver fatto esperienze... per dirla con parole migliori delle mie:

L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione. 
Oscar Wilde

Come mai stasera sono arrivato a questi pensieri? Risposta semplice: sono finite le paralimpiadi e siamo giunti al momento che i media dedicano a questi "supereroi che sfidano le avversità e fissano record sportivi". Scusate il tono ironico, ma come capirete è rivolto ai media. Il messaggio che vogliono far passare è che basta crederci per raggiungere qualsiasi obiettivo. Tutto molto bello quanto assolutamente falso! O meglio: la volontà è uno degli ingredienti necessari per raggiungere un obiettivo, ma non è l'unico.

Apro una parentesi. Qualsiasi allenatore sa che per far migliorare il proprio atleta deve proporgli obiettivi realistici e raggiungibili che aumentano di difficoltà nel tempo. "Qualsiasi obiettivo" non è un obiettivo, ma un vagare senza meta. Ogni atleta ha un suo obiettivo a breve termine, qualcuno ad un termine un po' più lungo(ad ogni modo al massimo inferiore ai 4 anni per i top-players che provano ad ottenere risultati olimpici), e tutti hanno dei sogni. Come è vero che il bravo atleta e il bravo allenatore spostano l'asticella degli obiettivi per farla avvicinare quanto più possibile a quella del sogno, è altresì vero che la loro testa è fissa solo sull'obiettivo perché per il sogno non c'è molto tempo.
Pensate ad un tempo di allenamento lungo un ANNO: 365 GIORNI DI DURO ALLENAMENTO e costante controllo di sé. La volontà serve, ma non basta. 

Chiudo la parentesi è ritorno alla ricetta.
Aggiungo un po' di passione...anzi ne aggiungo molta: più ce n'è e più è facile approcciarsi ad uno sport!
Non posso evitare di unire anche le capacità fisiche, tecniche e tattiche che competono i vari sport e che occupano ore di allenamento giornaliero. Per le quantità vedere i singoli sport.
Aggiungo ancora il controllo! In tutte le sue accezioni: controlli medici, controllo dell'alimentazione, controllo del corpo e anche quel controllo che spesso si confonde con la volontà. A cosa mi riferisco? Alcuni la chiamano "coscienza di sé", altri "coraggio", io non saprei definirlo bene, so però che è quella cosa che tutti gli atleti, paralimpici e non, hanno da vendere.
E' l'abilità di capire chi si è e di affrontare le difficoltà con le capacità che si hanno.



Nessuna gara o competizione è mai come ce la immaginiamo: i momenti di difficoltà sono ovunque, a qualsiasi livello, ed è proprio in quegli istanti che l'atleta si ritrova, solo con se stesso, a dover uscire da una situazione imprevista con i mezzi che ha a disposizione in quel momento. 

Chi troverà una soluzione? 
Chi è in grado di non arrendersi? 
Chi saprà reinventarsi e trovare la via d'uscita? 



Questo è l'ingrediente segreto: chi ha la capacità di confrontarsi onestamente con se stesso, definire il suo limite di azione e sfruttarlo al massimo e proprio colui che andrà oltre i limiti che pensava di avere perchè è l'unico che conoscerà le sue vere capacità. In questo senso anch'io sono d'accordo nel dire che il limite è solo nella nostra mente, ma aggiungo anche che per quell'ingrediente non basta avere volontà...quest'ingrediente costa fatica... la verità costa fatica.
Ma la verità porta gioia! E si sa: la gioia massima di uno sportivo è la vittoria, cioè il raggiungimento dell'obiettivo massimo prefissato e/o oltre!

E' questo il pensiero che ho avuto vedendo le celebrazioni degli sportivi impegnati in olimpiadi e paralimpiadi: le difficoltà si possono superare con sudore, fatica e onestà intellettuale. Conoscere se stessi è difficile, ma lo sport, così come la vita, è una bella scuola per imparare a farlo. Diciamolo: questo concetto è tutta un'altra cosa rispetto all' "obiettivo qualsiasi": verità e coerenza, in primis con noi stessi e poi con gli altri, alzano la famosa asticella e portano sulla strada per realizzare i nostri sogni. 

La cosa più bella è che tramite verità e coerenza si crea un mondo migliore: questo è quello che mi hanno insegnato questi grandi uomini/donne che hanno partecipato ai giochi di Rio2016.




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