giovedì 2 febbraio 2017

Con-Vincere

Strano, lo sguardo del cane che spinge. È sempre una faccenda che lo assorbe molto. Preferirebbe non essere visto, vorrebbe tanto guardare altrove, ma la cosa richiede tutta la sua concentrazione. Si tratta di ottenere un equilibrio pendolare del treno posteriore, di calcolare un'esatta verticale, di non farsela sulle zampe e di non caderci seduto dentro. Un gran numero di parametri da valutare contemporaneamente. Si vorrebbe fare in fretta e con discrezione, ma l'evento richiede lentezza, esige applicazione. La fronte si corruga, il sopracciglio si aggrotta. Se c'è una circostanza della sua vita in cui il cane sembra pensare, un momento di pura introspezione, è quando spinge.
Daniel Pennac




Come ho deciso di parlare dell'argomento di questo post? Semplice: sono stanco! La finale di Coppa Italia ha lasciato parecchie scorie nonostante il match in sé non sia stato tra i più complicati che abbia giocato a causa di alcune defezioni nella squadra avversaria.
Il calendario serrato, però, ci ha imposto di tornare in campo per una gara ufficiale ed importante a soli 4 giorni di distanza dalla finale. Mi sono dunque trovato di fronte ad un grave problema: come fare per giocare al massimo la partita che mi aspetta e superare questa condizione di stanchezza fisica e mentale in poco tempo?

Mi aiuterò con articoli di esperti per rispondere, quindi innanzitutto definiamo un termine particolare: “arousal”.
Con questa parolina si indica in psicofisiologia l’intensità dell’attivazione fisiologica e comportamentale dell’organismo.
Quando l’organismo deve effettuare una prestazione deve attivarsi, cioè mettere in moto una serie di processi caratteristici dello stato di arousal, quali:
  • aumento della vigilanza e dell’attenzione (attivazione del sistema nervoso centrale)
  • i muscoli si preparano allo sforzo (attivazione del sistema muscolo-scheletrico)
  • cuore e polmoni si attivano per sopportare lo sforzo (sistema vegetativo simpatico)

L’energia psichica è l’attivazione della mente e sta alla base della motivazione; quando è associata ad emozioni come eccitazione e felicità è positiva, quando è associata ad emozioni come ansia e rabbia è negativa.

Come già detto in qualche post precedente lo stato di stress si verifica quando gli atleti vedono uno squilibrio tra quello che è chiesto loro di fare (sfida) e quello che invece essi sentono di essere capaci di fare (livello di abilità).

Lo stato di flow è il livello ottimale dell’energia psichica associato ad un adeguato livello di stress (il cosiddetto stress positivo); il flow è caratterizzato da un arousal (attivazione) funzionale al raggiungimento dell’obiettivo sportivo.
Nello stato di flow l’attenzione è orientata sul compito, l’atleta non è disturbato dai propri pensieri poichè è completamente assorbito dalla sua attività e sente di controllare le proprie azioni.
L'atleta è con-CENTRATO: tutto quello che andrà a fare è chiaro nella sua testa compreso l'obiettivo da perseguire e il modo(strategia) per raggiungerlo.

Uno stato di eccitazione eccessivo comprometterebbe la performance, così come il suo contrario.

I segnali tipici di una iper-attivazione sono:
  • Ansietà
  • Tensione e rigidità muscolare (per un libero o un ricevitore in genere vuol dire perdere precisione nel bagher in maniera importante e sbattere i palloni di difesa....un disastro!!!)
  • Aumento della frequenza cardiaca, respiro irregolare, innalzamento della pressione arteriosa
  • Affaticamento precoce
  • Scarso controllo delle proprie reazioni emotive (scatti di rabbia)
  • Difficoltà di concentrazione e di attenzione
  • Attenzione spostata sui fattori distraenti esterni (ambiente, pubblico, arbitri) o interni (idee negative che producono sfiducia e conseguenti errori indotti)

I segnali di una ipo-attivazione, al contrario, sono:
  • Sensazione di mancanza di energia (sono stanco!)
  • Scarsa concentrazione (distrazione, attimi di confusione psicologica, indecisione)
  • Troppa riduzione della tensione e dell’ansia (mancanza di stimoli)
  • Disinteresse e demotivazione
  • Noia e pigrizia
  • Scarsa valutazione del tempo e incapacità di anticipazione (disastrosa in difesa o per un alzatore: non si anticipa tatticamente l’azione, non si scatta per un recupero)
  • Sensazione psichica di impotenza (è inutile tentare, tanto non ce la faccio)

Al momento io potrei essere in questa seconda fase. Quali consigli per uscirne? La psicologia della sport suggerisce di:

  1. Effettuare esercizi per mantenere alta la frequenza respiratoria (respirazione rapida e frequente)
  2. Esercizi di mobilizzazione, da fare sia prima della partita che la mattina nell'allenamento di rifinitura
  3. Revisione mentale dei propri obiettivi e visualizzazione dello schieramento degli avversari. Prima della partita si fa sempre quando si studia insieme al coach l'avversario, ma per esperienza personale posso dire che riuscire a farlo in tutte le azioni (dall'inizio della partita), anche se ripetitivo, innesca un meccanismo potentissimo di attivazione dell'attenzione e di focalizzazione sul “qui e ora” necessario per affrontare al top il match
  4. Linguaggio interno positivo
  5. Con l’uso della visualizzazione recuperare stati emotivi positivi di esperienze passate. Anche questo suggerimento mi capito di metterlo in atto spesso. Io, per esempio, cerco di ricordare partite con un coefficiente di difficoltà maggiore di quella che sto per giocare e in cui ho risolto situazioni che mi si andranno a riproporre a breve. Il mio ragionamento è: “se sono riuscito in quella situazione che era più complessa a maggior ragione posso riuscirci ora”!

Sono un'extra rispetto al post, ma elenco velocemente anche alcuni metodi per abbassare il livello di attivazione:
  • Effettuare esercizi per mantenere bassa la frequenza respiratoria (respirazione profonda e regolare)
  • Esercizi di rilassamento muscolare (mezz’ora prima della partita oppure in campo durante le fasi più impegnative e stressanti)
  • Esercizi di focalizzazione dell’attenzione
  • Esercizi di deconcentrazione dai fattori distraenti
  • Sviluppare un atteggiamento mentale positivo
Sembra facile vincere, sembra facile vincere spesso. In realtà "vincere" richiede concentrazione continua e tanta forza di volontà per superare le barriere che il proprio IO ci mette davanti.
Non possiamo essere sempre al 100%, ma possiamo sempre dare il 100% e trovare le soluzioni ai problemi che gli avversari ci propongono: dipende solo da noi. In questo modo proverò ad affrontare il complicato match di domani.



Prepararsi a vincere
Vincere
Sopportare la pressione della vittoria(aspettative proprie e degli altri)


Tre aspetti del vincere che vanno allenati continuamente.

ps: e complimenti a noi per la vittoria della Coppa Italia che per la prima volta va a Siena!

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